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27 gennaio 2011

Manipolare il piatto

Quante volte dopo aver vinto una mano vi siete chiesti se avreste potuto estrarre un valore maggiore?

Una delle migliori qualità dei buoni giocatori è quella di saper "costruire" il piatto. Come si suol dire, vincere tanto quando si chiude un buon punto e perdere poco quando ciò non succede.

Ovviamente però, non è così semplice, si deve sviluppare una buona abilità nel manipolare il piatto.

Questa skill è importantissima in tutte le tipologie di gioco; sicuramente è maggiormente utile quando si gioca molto deep (MTT e Cash Game), ma serve anche nei Sit&Go.

Inanzitutto si devono osservare differenti aspetti, quali: la nostra mano, il board, le dinamiche pre-flop, il numero di giocatori nel piatto, la posizione. Dopo aver valutato il tutto si deve decidere l'importo esatto della puntata (bet).

In realtà non basta limitarsi a leggere qualche articolo, ma serve tanto studio e soprattutto un bel po' di esperienza.

Il primo pensiero al flop và fatto su cosa abbiamo, che tipo di punto o progetto.
Sucessivamente, ci conviene contare gli outs che possono migliorare la nostra mano.
A questo punto bisogna "ripassare" l'azione pre-flop e cercare di mettere i nostri avversari su un determinato range di mani.

Più ci avviciniamo al range degli altri giocatori, meglio sapremo come ci conviene agire.

Per esempio: se ho classificato un mio avversario come super nitty (regalare soldi) e sono convinto che sia entrato nel piatto con una monster (QQ+), nel momento in cui al flop ho tanti outs per chiudere progetti quali scala o colore, cercherò di iniziare a costruire un bel piatto, soprattutto se sul flop non ci sono carte come K o A. In questo modo sono sicuro che nel momento in cui riuscirò a chidere il mio progetto il giocatore avversario sarà quasi costretto a darmi una buona parte del suo stack, altrimenti potrò uscire dal piatto senza grosse perdite.

Al contrario, se nel piatto ci sono vari giocatori molto loose (che entrano in molti piatti preflop) e su un flop molto connesso ho hittato (aver legato qualcosa al flop) una top pair, cercherò di outplayare i miei avversari, ma senza effettuare grosse puntate, perché questa volta non voglio creare un grosso pot. Sono convinto che i miei avversari non mi pagheranno facilmente il punto e se mi seguiranno sarà, probabilmente, perché sono avanti.

Un altro aspetto fondamentale quando si decide di puntare è quello di tagliare le pot odds ai nostri avversari. Ad esempio: ci troviamo al turn ed abbiamo chiuso una doppia coppia. A terra ci sono due carte a cuori già al flop e siamo convinti che il nostro avversario stia giocando per un flush draw. Dare al nostro avversario una carta gratis sarebbe un suicidio. Si deve puntare e scegliere un importo tale da far commettere un errore al nostro avversario nel caso in cui decida di chiamare.

La possibilità che chiuda un colore è circa del 20%, quindi dobbiamo fare in modo che la nostra puntata sia maggiore del 20% del piatto. Un 40-50% sarebbe una buona size-bet.

In questo modo comunque non tagliamo le gambe al progetto del nostro avversario, che spinto da un po' di curiosità e tanta speranza potrebbe decidere di chiamare, commettendo un errore ogni volta che prenda questa decisione.

Il numero dei giocatori nel piatto non è da sottovalutare. Nel momento in cui decidiamo di puntare dobbiamo considerare quanti giocatori sono dentro la mano e quali sono le conseguenze.
Solitamente preferisco puntare un po' di più di quando nel piatto ci sono diversi giocatori, per tre motivi semplicissimi:
1. è più facile trovare un giocatore che erroneamente decide di seguirti
2. se il mio punto non è un nuts preferisco giocare in HU, piuttosto che in un multi way pot, quindi cacciare qualcuno dal piatto non mi dispiace
3. ritornando sul ragionamento delle pot odds, se noi effettuiamo una puntata e dopo di noi ci sono un paio di call, molto probabilmente i i gocatori che parlano dopo avranno buone pot odds per chiamare e seguire i loro progetti.

Concludo dicendo che, spesso, quando abbiamo un buon punto, è meglio effettuare delle puntate un po' più grosse rischiando ogni tanto di non essere chiamati piuttosto che effettuare piccole bet che danno ai nostri avversari la possibilità di trovare outs "pericolosi", o di perdere poco con la loro mano.

Commenti:

"Al contrario, se nel piatto ci sono vari giocatori molto loose, e su un flop molto connesso ho hittato una top pair, cercherò di outplayare i miei avversari ma senza effettuare grosse puntate, perché questa volta non voglio creare un grosso pot. Sono convinto che i miei avversari non mi pagheranno facilmente il punto, e se mi seguiranno sarà, probabilmente perché sono avanti."

"Secondo me non è proprio così: se un giocatore è loose è più facile che ti segua con un punto anche inferiore al tuo, perché è nella natura del giocatore loose difendere qualunque cosa anche se minima, quindi chiama tutto anche se è sotto IMHO (=in my humble opinion/secondo la mia modesta opinione).

"Un giocatore loose non è necessariamente un giocatore scarso."

"Non intendevo dire questo: hai micro-limiti ad esempio, i giocatori loose sono spesso calling station, quindi, almeno qui c'è da stare attenti a questo tipo di giocatori (anche se alla lunga sono proprio quelli che ti fanno guadagnare) e se hai un punto in mano loro ti pagano.
Poi logicamente ai limiti più alti si trovano anche dei pro che giocano loose ma sanno quello che fanno."

"Se un avversario è attento, attraverso la mia piccola puntata può intuire che la mia intenzione è quella di non creare un grosso pot, così mi raisa sopra e a questo punto che faccio, foldo o collo andando così inevitabilmente ad ingrossare notevolmente il pot?
Spesso accade che dopo aver hittato top pair in un flop con pericolo di draw, vi sia molta più action ora che preflop."

(Autore articolo: "TheNicki" 2010
)

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