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10 giugno 2011

Torneo 3° Posto 10/06/2011

Torneo 1° Posto 09.06.2011

7 giugno 2011

Torneo - Tecniche di Difesa dei BigBlind

Difendere o non difendere il proprio grande buio? E se sì, come difenderlo, rilanciando o solo chiamando?

Simone Ruggeri si concede ad un'intervista con Rudy Gaddo in cui risponde alle domande sulla difesa del big blind ai primi livelli, quando gli stack sono ancora profondi ed ai livelli di gioco intermedi, quando lo stack si aggira attorno ai 30-35 bui.

1. Difesa del grande buio ai primi livelli di un torneo.

Con che tipo di range difendi il big blind quando i bui sono ancora bassi e siamo ancora ai primi livelli di gioco con stack profondi?

"La prima cosa che guardo è la posizione del giocatore che ha rilanciato ed il suo stile di gioco. Chiaramente non è molto importante difendere il buio quando abbiamo investito 50, 100, 200 chip e con uno stack di 100, 200, 400 big blind, quindi deciderò di fare call se penso che la mia mano ha una buona possibilità in una certa percentuale del flop di floppare il punto che può battere il punteggio dell'avversario. Per esempio: se ho una coppia di due, se rilancia un giocatore da under the gun e che ritengo sia probabile che abbia una buona mano callo molto volentieri dal big blind, perché ritengo che quella rara volta in cui esce il due e hitto un set al flop posso pensare di vincere un gran piatto perché comunque il mio avversario avrà spesso una over pair o una mano con cui può floppare doppia o kiker.

Se invece il rilacio è da bottone ed ho la coppia di due, in questo caso posso anche decidere di fare fold, proprio perché non saprò mai come giocare dopo il flop quando non hitto il 2 e quando lo hitto invece sarà difficile vincere un piatto grande perché il mio avversario spesso non avrà nulla, dato che sono molti i giocatori che rilanciano frequentemente dal bottone anche con K7off, Q6suited, quindi, contro un giocatore che ha un range così ampio giocarmi una coppia di 2 per set value non è molto produttivo.
Quindi, dociamo che difendo il buio quando ho una mano che gioca bene contro il range avversario e che quindi ha delle implied odds positive, mentre non mi interessa difendere molto il buio per non perdere le 50 chip, ma solo come investimento se lo ritengo profittevole.

Inserisci anche i suited connector nella categoria delle mani con cui puoi difendere il buio ai primi livelli di un torneo?

Direi di sì. Anche qui in un piatto multi way senzaltro, in un piatto heads up anche il suited connectors soprattutto se basso lo difendo più volentieri se è contro un giocatore che ha un range più stretto, mentre contro un giocatore che ha un range più ampio, ad esempio, difenderò molto più volentieri con una mano con QToff. Se ho QToff, al contrario di 22, sul rilancio di hunder the gun passo molto volentieri, mentre su rilancio del bottone posso fare call perché comunque è una mano che lavora bene contro il suo range; è vero che alcune volte sarò dominato, ma altre volte è dominato lui.

2. Difesa del grande buio ai livelli intermedi, quando la dimensione dello stack si aggira intorno ai 30 bui.

Con che range e che tipo di riflessioni facciamo per difendere il nostro big blind?

In una situazione in cui ho circa 30 big blind di stack e mi trovo sul big blind, decido di difendere il mio buio in due modi: alcune volte facendo un re-raise che generalmente è un re-raise all-in, perché, soprattutto se il rilancio iniziale, almeno 2 bui e mezzo, io mi trovo fuori posizione, quindi se devo fare un contro rilancio devo fare almeno 8 BB, però, investendo 8 BB ho investito quasi un terzo del mio stack, quindi piuttosto che trovarmi poi a giocarmi la mano fuori posizione se ho 30 bui o meno preferisco andare all-in direttamente, mentra già dai 33/34 bui opterò più spesso per un re-raise.
Le variabili che tengo in considerazione sono: il range dell'avversario che rilancia, cercando di esprimerlo anche in percentuale, quindi se c'è un giocatore che rilancia da under the gun e so essere abbastanza chiuso, o comunque bravo, solido, immagino che possa avere un range che và tra il 14 ed il 20% , alcune volte anche il 10% a seconda della situazione in generale, se siamo in bolla, da come giocano gli altri giocatori, etc., ...

Parli della percentuali di mani con cui l'avversario può rilanciare in una situazione del genere (da utg ed in questa fase avanzata del torneo)?

Mi riferisco proprio a questo. Quindi facciamo un esempio: un range del 10% può essere le coppie dal 6 in sù, ATsuited, AJoff, KQoff, KQsuited e magari qualche altro suited connector alto tipo AT, QJ, JT. Quindi, la prima variabile che vedo è il range dell'avversario. Chiaramente se l'avversario è sul bottone e vedo che rilancia più di una volta su due gli faccio un range intorno al 50/60%, a quel punto anche se ho una mano come A9off che è una mano intorno al 18/20% come classificazione dalla più alta alla più bassa, in quel caso, anche con una mano così marginale posso decidere di difendere il mio buio.

Decido di creare due range in sostanza: un range di call ed un range di tre-bet e cerco di far sì che questi due range siano entrambi bilanciati, quindi, ad esempio: andrò all-in a volte con delle mani molto forti QQ, AK, AQ, poi farò qualche volta all-in con delle mani speculative e quando vengo callato non sono troppo dominato, come ad esempio J8suited, Q9suited. Perché non QJsuited? Perché QJsuited preferisco metterla nel range di call poiché è una mano che gioca molto bene dopo il flop anche con uno stack di 30 big blind, sopratutto se il mio avversario ha un range molto ampio, quindi ha molte mani dominate, mentre, sul rilancio di under the gun andrò a difendere delle mani molto solide come, ad esempio, probabilmente le coppie, le coppie piccole se il suo rilancio è piccolo perché dovrò investire un buio o poco più e quindi ho le odds per un set, magari qualche volta per fare un bluff, mentre su rilanci con un range più ampio in posizioni più avanzate posso giocare anche delle mani tipo KJ, KQ, comunque delle mani più marginali.

(Fonte Italiapokerclub 5/06/2011)

6 giugno 2011

Sit&Go 2° Posto - 07.06.2011

5 giugno 2011

Torneo 1° Posto - 05.06.2011

26 maggio 2011

Tabella Percentuali 1 - Asso vs. Asso

Starting Hand vs. Starting Hand %




















Creative Commons License


19 maggio 2011

Libri sul Poker - Disponibili per lo scambio digitale

Per chi volesse, ho una serie di libri acquistati regolarmente, tutti in lingua italiana sul gioco del poker sportivo disponibili per uno scambio digitale con altri libri in tema (non di cucina, Topolino, etc.).
Se a qualcuno interessa la mia proposta può inviarmi un messaggio privato all'indirizzo email
chatt.info@gmail.com. (Non usare questa email per mandarmi pubblicità, non la leggo nemmeno.)

1.
Titolo: Texas Hold'em - Limit, No-Limit e Strategie di torneo
Autore:
Matthew Hilger
Editore: DGS3
Editrice (Prima Edizione)Anno: 2008






2.
Titolo: Giocare e Vincere a Poker Online
Autori: Max Pescatori, Dario De Toffoli
Editore: Sperling & Kupfer
Anno: 2009




 
3.
Titolo: Internet - Vincere i Tornei di Poker - Una mano alla volta
Autore: Jon "PearlJammer" Turner, Eric "Rizen" Lynch, Jon "Apelstyles" Van Fleet
Editore: DGS3 Editrice
Anno: 2009 (finito di stampare)



4.
Titolo: Ogni mano rivelata
Autore: Gus Hansen
Editore: DGS3 Editrice
Anno: 2009 (finito di stampare)






5.
Titolo: Power Hold'em Strategy
Autore: Daniel Negreanu
Editore: Boogaloo Publishing
Anno: 2009 (finito di stampare)






6.
Titolo: Killer Poker Online - Dominare il gioco su internet
Autore: John Vorhaus
Editore: DGS3 Editrice
Anno: 2009 (finito di stampare)





7.
Titolo: No Limit Hold'em - Teoria e pratica
Autore: David Sklansky, Ed Miller
Editore: Boogaloo Publishing
Anno: 2007 (finito di stampare)






8.
Titolo: Tournament Poker Advanced
Autore: David Sklansky
Editore: Boogaloo Publishing
Anno: 2009 (finito di stampare)






9.
Titolo: Sit'n'go Secret
Autore: Phil Shaw
Editore: Boogaloo Publishing
Anno: 2009 (finito di stampare)






10.
Titolo: Poker Mindset - Elementi fondamentali per avere successo nel gioco del poker
Autore: Ian Taylor, Matthew Hilger
Editore: DGS3 Editrice
Anno: 2008 (finito di stampare)





11.
Titolo: Harrington Vol. 1 - Strategie per le fasi iniziali dei tornei no limit
Autore: Dan Harrington, Bill Robertie
Editore: Boogaloo Publishing
Anno: 2007 (finito di stampare)





12.
Titolo: Harrington Vol. 2 - Strategie per le fasi finali dei tornei
Autore: Dan Harrington, Bill Robertie
Editore: Boogaloo Publishing
Anno: 2007 (finito di stampare)








13.
Titolo: Harrington Vol. 3 - No Limit Holdem - Strategie per tornei
Autore: Dan Harrington, Bill Robertie
Editore: Boogaloo Publishing
Anno: 2008 (finito di stampare)







Titolo: Hold'em Arsenal
Autore: Mike Caro
Editore: Boogaloo Publishing
Anno: 2007 (finito di stampare)










Titolo: Poker Psychology
Autore: Alan Schoonmaker/Sklansky
Editore: Boogaloo Publishing
Anno: 2002-2010

13 maggio 2011

Torneo 1° Posto - 12.05.2011 - Uriah1970

















9 maggio 2011

Poker Sportivo a Trento - Serata Informativa

(Articolo pubblicato su Giochiegiochi.com il 29 aprile 2011)

LUNEDI' SERATA INFORMATIVA SUL GIOCO


Nel corso degli ultimi anni, il gioco d’azzardo è diventato in Italia un’attività di massa di enormi proporzioni e dalle pesanti implicazioni economiche e sociali: nel 2010, la spesa complessiva per il gioco in Italia si è attestata all’astronomica cifra di circa 61,4 miliardi di euro. Si tratta di cifre impressionanti, che dimostrano chiaramente come il gioco d’azzardo sia uno dei pochi settori a non risentire dell’attuale crisi economica, avendo registrato anzi, nel 2010, un trend di incremento del 13% rispetto all’anno precedente.


Purtroppo anche in Trentino Alto Adige le dimensioni del fenomeno rispecchiano il trend nazionale, con una spesa media pro capite che per il 2011 è stimata attorno ai 1150 euro (neonati compresi) per tutti i giochi gestiti dall’AAMS (Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato).

Secondo i dati forniti dall’AAMS, nella nostra regione nel primo bimestre del 2011 si sono giocati 191,8 milioni di euro, con una spesa di gioco giornaliera di 3,3 milioni di euro e con un trend di crescita, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, di circa il 15%. Il movimento di una tale massa di denaro porta con sé, come rovescio della medaglia, i problemi legati al gioco eccessivo.

L’aspetto ludico e ricreativo che la parola gioco evoca viene brutalmente stravolto dai danni dell’azzardo: famiglie sul lastrico, ripercussioni sulle relazioni familiari e sul lavoro, richieste di prestiti sempre maggiori e cifre che sembra impossibile poter restituire e recuperare. I servizi pubblici e le realtà di privato sociale che in provincia di Trento hanno iniziato a occuparsi di questo grave problema ritengono opportuno un maggiore investimento nella cura e nella prevenzione dell’azzardo, sia per i giovanissimi che per gli adulti.

A Trento si è costituito un tavolo di lavoro tra Associazione Auto Mutuo Aiuto (A.M.A.), Servizio Attività Sociali del Comune di Trento e Servizio Tossicodipendenze dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, per affrontare in sinergia il problema e dare risposte concrete e integrate ai cittadini.

Lunedì 2 maggio alle 20.30 si terrà una serata informativa, aperta a tutta la popolazione, per parlare del problema del gioco, delle sue conseguenze e delle risorse presenti sul territorio a sostegno dei giocatori. L’incontro è gratuito e si terrà presso l’auditorium della Circoscrizione di via Perini, 2/1 a Trento. I relatori saranno Stefano Bertoldi, Paolo Dallago (Associazione A.M.A.) e Alberto Porta (Ser.T). Seguirà un percorso informativo ed educativo per giocatori e per i loro familiari nei giorni 10-17-24 e 31 maggio a partire dalle ore 20.30. In questi incontri saranno affrontati temi quali le motivazioni e i rischi dell’azzardo, le difficoltà che si possono creare in famiglia, sul lavoro o a scuola; si cercherà di sfatare, attraverso la matematica, le leggi illusorie di alcuni giochi e si approfondiranno strumenti e servizi utili al cambiamento".

(AGENPARL
)

Poker Sportivo a Trento

(Articolo pubblicato su Giocoegiochi.com il venerdì 16 maggio 2008 )

IL POKER SPORTIVO LEGALE IN TRENTINO
NUOVA TABELLA GIOCHI PROIBITI

Il poker sportivo non è un gioco d'azzardo, Almeno, non nel Trentino.

A stabilirlo è la Provincia Autonoma di Trento, che ha modificato la Tabella dei Giochi Proibiti la cui esposizione è obbligatoria all'interno dei pubblici esercizi della Penisola al fine di uniformare e rendere inequivocabile la disciplina con cui possono essere organizzati i tornei per essere p erfettamente legali.

La notizia viene accolta con entusiasmo dai giocatori della zona e dall'associazione sportiva dilettantistica PokerPro, ma non solo: il poker sportivo infatti, non può disporre ancora di una normativa specifica a livello nazionale e per questo le associazioni o club che intendono organizzare tornei si devono affidare alle autorizzazioni delle singole Questure di competenza.

Ecco quindi che la Provincia Autonoma di Trento, che si aggiunge al precedente caso positivo per i giocatori di Bari (dove una circolare inviata dalla Questura di Bari al Ministero dell'Interno, aveva portato a una risposta scritta in cui venivano espresse alcune regole base per l'organizzazione dei tornei), potrebbe fornire un "esempio" per le altre Province o Comuni che non hanno ancora preso una posizione netta al riguardo.


"FINALMENTE, CHIAREZZA NORMATIVA"

"E' un grandissimo passo in avanti -commenta Stefano Scienza, Presidente di PokerPro- non c'era chiarezza normativa; alcune Questure in Italia addirittura vietano il Poker Sportivo. Il fatto che la Provincia di Trento abbia deciso di specificare nella Tabella dei Giochi Proibiti che il Poker Sportivo è diverso dal poker tradizionale e che si possa quindi praticare, ufficializza in modo inequivocabile il gioco all'interno degli esercizi della Regione, fugando ogni dubbio anche nel caso di controlli da parte degli organi competenti. Il fatto che infine la Tabella dei Giochi Proibiti sia obbligatoriamente presente all'interno di ogni Pubblico Esercizio rende il gioco del Poker Sportivo alla portata di tutti, essendone specificate con esattezza le regole che lo differiscono dal Poker Tradizionale, che era e rimane un gioco d'azzardo".

"Ritengo che la notizia sia molto ‘forte' in quanto, a differenza di città come Torino, Reggio Emilia, o altre, dove il Poker Sportivo non viene autorizzato, in Trentino viene addirittura specificato nella Tabella dei Giochi Proibiti quale disciplina perfettamente lecita"

6 maggio 2011

Torneo 3° Posto 07.05.2011


















Ufff ... outplayata con coppia di QQ vs. AJ e stò signurino mi centra il set. Mannaggia. Va beh, un giorno mi pagherai da bere! Hahahahaha.

6 aprile 2011

Table Ninja - Configurazione/Configuration



3 aprile 2011

Annette_15 - Hand History

Annette Obrestad, in arte Annette_15 (Norvegia), poker player a cui io guardo
con tanta ammirazione per la "leggenda" del poker che è diventata a soli 19 anni.Annette Obrestad

Fra i suoi successi pokeristici si annovera un torneo da 180 giocatori (buy-in 4$), sul quale si vocifera avrebbe vinto senza mai guardare le proprie carte per tutta la durata del torneo!

Analizzando ogni sua mano viene in risalto una strategia di gioco iper aggressive: giocando quasi esclusivamente in posizione gioca aggressiva nel pre-flop effettuando molti raise e re-raise, per poi proseguire al flop in continuation bet. Con più di tre player nel piatto o fuori posizione gioca con uno steal (rubare i bui) al turn.

Rivedi tutte le mani giocate da Annette in questo torneo.

2 aprile 2011

Coppie - Come giocarle?


















Coppie

Spesso, le opizioni con cui si giocano le coppie nel pre-flop, ad es. una coppia bassa, sono essenzialmente due: limpare o chiamare per set value, o ancora rilanciare per difendere la mano. Queste due scelte però non tengono conto di alcuni aspetti fondamentali come la propria posizione al tavolo, l'azione che c'è stata alle nostre spalle e la forza effettiva della nostra coppia.

Supponiamo di non aver subito alcun raise da parte dei nostri avversari:

- da utg e utg+1 rilanceremo da 77+
- da cut off e bottone rilanceremo con 22+
- da small blind potremo raisare 22+
- ... o limitarci a completare nel caso in cui ci fossero limpers nel piatto, ma comunque rilanciando da 99+

Se invece dobbiamo fare i conti con un raise precedente:

- folderemo da 22 a 77
- chiameremo con 88, 99, TT
- effettueremo una 3bet da JJ+

Ovviamente, nel caso di un raise da early seguito da una serie di call, potremo avere le odds giuste per chiamare da 22 a TT e 3bettando sempre QQ+.

Coppie basse


Pre-flop senza particolare action (quindi senza alcun raise prima della nostra azione):


- da early position raise solo con 66+
- da cut off e bottone raise da 22+

- da small blid, completare la puntata con 22, 33, 44, 55, 66, e 77

- sempre da small blind, facendo attenzione ai limpers, si può raisare da 88+

- da big blind, se non ci sono stati rilanci alle spalle raise 22+

- sempre da BB, facendo attenzione ai limpers ci si può appoggiare fino a 88
e raisare da 99+


Pre-flop con molta action (ovvero, se ci troviamo difronte ad una action divers, situazione che si crea spesso giocando online):

- se il raise viene da early position, fold coppie dal 22 al 77,
- se il raise viene sermpre da early position, call con 88, 99 e TT
- ... e raise con coppie superiori;

- se il raise viene da altre posizioni potremmo pensare di ampliare il nostro range di call
- ... e 3bet ° fino a 99+

- se oltre ai raise vi sono più di un call degli avversari, limitarsi al call con 22+ da qualunque posizione, provando a rilanciare da JJ+


(FanpagePoker)

Percentuali di miglioramento della coppia.

Numero di outs

% al turn

% turn + river

% al river

1

2,1%

4,3%

2,2%

2

4,2%

8,4%

4,3%

3

6,4%

12,5%

6,5%

4

8,5%

16,5%

8,7%

5

10,7%

20,3%

10,9%

6

12,8%

24,1%

13,0%

7

14,9%

27,8%

15,2%

8

17,0%

31,5%

17,4%

9

19,1%

35,0%

19,6%

10

21,2%

38,4%

21,7%

11

23,4%

41,7%

24,0%

12

25,6%

45,0%

26,1%

13

27,7%

48,1%

28,3%

14

29,8%

51,2%

30,4%

15

31,9%

54,1%

32,6%

16

34,0%

57,0%

34,8%

17

36,2%

59,8%

37,0%

18

38,3%

62,4%

39,1%

19

40,4%

65,0%

41,3%

20

42,6%

67,5%

43,5%

Posizione al Tavolo - Seating Position

Torneo 1° Posto 3.04.2011

Un eulo plego! Ah no, un ticket glazie. Hahahahaha!

22 marzo 2011

Come arrivare a premio nei tornei VI

La posizione al tavolo




Per posizione al tavolo si intende dove ci sediamo rispetto al grande e al piccolo buio. Essa riveste grande importanza nel gioco del poker in quanto si fonda sul concetto che
chi è ultimo a parlare in un colpo è sempre favorito rispetto agli altri giocatori poiché ha accumulato una quantità di informazioni maggiore.

Prima di procedere è necessario dare una definizione ad alcune posizioni che potremo occupare al tavolo.

Big Blind (BB): Giocatore che deve, per gioco, puntare il grande buio.

Small Blind (SB): È il giocatore che si trova, in senso antiorario, prima del BB e che deve puntare un importo pari a metà del grande buio.

Under The Gun (UTG): Giocatore che si trova, in senso orario, subito dopo del BB.

Dealer: Giocatore che si trova, in senso antiorario, prima dello SB.

Cut-Off (CO): Giocatore che si trova, sempre rispettando il senso antiorario, prima del Dealer.

Middle Position: Giocatori che si trovano tra la posizione di UTG+1 (giocatore che parla subito dopo dell’UTG) e di Cut-Off .

Se si considera la fase preflop, la posizione peggiore che si può occupare è l’UTG, in quanto saremo i primi a dover parlare e saremo quindi esposti a rilanci.

È fortemente sconsigliato entrare in gioco da questa posizione a meno di monster hand, che vanno comunque protette con giusti rilanci.

Altra posizione davvero scomoda è lo SB, in quanto, nelle fasi successive al preflop, si sarebbe sempre primi a parlare.

Se ne deduce che il ragionamento da fare è più o meno simile a quello fatto per l’UTG.

Spesso e volentieri, i giocatori in SB sottovalutano queste considerazioni e, vedendo che prima di loro ci sono stati solo call, tendono a callare anch’essi, pensando di dover rimettere solo metà del BB (poiché l’altra metà è stata già messa). Questo ragionamento è errato sia per i motivi sopra esposti, sia perché saremo preda facile degli squeeze.

Lo squeeze è un’azione che coincide con un raise di grossa entità, e che viene spesso portata avanti dal BB per rubare un piatto uncontested (incontrastato), quando i giocatori prima di lui hanno solo callato.

Quindi da Small Blind conviene giocare solo con ottime mani, a meno che nessuno sia entrato in gioco prima di noi. In tal caso si potrà rubare il grande buio con un grosso raise.

La posizione di Big Blind, come abbiamo già delineato, è ottima in fase preflop, in quanto si è ultimi a parlare. Nelle fasi successive al preflop perde di importanza in quanto si è secondi a parlare e, se lo SB ha foldato, come accadrà nella maggior parte dei casi, si sarà primi a parlare, il che, nel poker, è sempre un grosso svantaggio.

Arriviamo ora alla posizione più amata dai giocatori di poker, ossia il Bottone (in inglese, Dealer).

Questa posizione è tanto amata poiché in fase preflop è tra le ultime a parlare (spesso tenterà di rubare piccolo e grande buio) e nelle fasi successive al preflop sarà sempre l’ultima a dover parlare. Il nostro gioco in questa posizione potrà quindi essere più aggressivo.

Ovviamente le considerazioni finora fatte valgono per un tavolo con molti giocatori (da 6 a 10). Se ci trovassimo, per esempio in un tavolo a 3 giocatori, la posizione di UTG coinciderebbe con il dealer, mentre in un tavolo da 4 giocatori, il dealer coinciderebbe con la posizione di UTG+1.

Paolo Merenda

Parte: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9

Come arrivare a premio nei tornei V

L'importanza del raise e delle size



Il raise (dall’inglese to raise, rilanciare) è una delle armi più potenti delle quali si serve il giocatore di poker.

Rilanciare non è mai fuori luogo, né quando si possiede una mano debole né quando si possiede una mano super forte.

Sono vari i motivi che ci spingeranno a rilanciare: vedere qual è la nostra posizione all’interno del colpo (ossia valutare se siamo vincenti o perdenti o se c’è margine di bluff allo stato attuale del colpo stesso), proteggere il nostro punto, cercare di estrarre valore da una mano, cercare di perdere il minor numero di chip nel colpo o anche tentare un bluff.

L’errore più comune commesso dal giocatore di poker è quello di non difendere la propria mano, ceckando nel tentativo di indurre il proprio avversario in bluff.

Il problema di non rilanciare in questo tipo di situazione è che si regalano carte gratis con le quali il nostro avversario potrebbe chiudere un punto superiore al nostro.

Rilanciando, invece, scoraggeremo il nostro opponent a seguirci nel colpo e, nel caso chiamasse, avremo comunque aumentato il piatto che nella maggior parte dei casi sarà nostro.

Altra cosa da tenere bene a mente è che il raise deve avere una certa importanza affinché incuta un minimo di timore negli altri giocatori.

Vediamo quindi di delineare delle regole per le size (dimensioni) dei nostri raise.

Per la fase preflop la regola è di rilanciare 2,5 – 3 volte l’importo del Big Blind, e si aggiunge 1 Big Blind per ogni giocatore che è entrato nel colpo prima di noi.

Facciamo un esempio: Big Blind 100, prima di noi entrano in gioco due player e noi decidiamo di raisare. Un buon importo potrebbe essere 3 x 100 + 2 x 100, ossia 500 chip; ma anche 2,5 x 100 + 2 x 100 ossia 450 chip.

Sul flop di solito la size da puntare equivale a metà piatto, mentre sul turn si consiglia di puntare piatto.

Ovviamente queste sono regole da seguire cercando comunque di adattarle allo svolgersi del gioco.

Se per esempio ci trovassimo sul flop 3/5 di colore e abbiamo un buon punto in mano, lo potremo proteggere puntando un importo pari al piatto.

Come al solito, è consigliabile cerare di mantenere una certa imprevedibilità nelle size dei nostri raise, variando di tanto in tanto gli importi partendo dalle regole base sopra enunciate.

Un’ultima considerazione va fatta sul raise all in, ossia l’azione con la quale mettiamo tutte le nostre chip nel piatto. In genere sconsiglio questa mossa e vi spiego il perché.

Se decidessimo di andare all in preflop, ci chiamerebbe nella maggior parte dei casi chi ha una mano forte o una mano che gioca bene contro mani forti (es: suited connectors). Pushare (andare all in) preflop equivale ad affidare la nostra vittoria al solo fattore fortuna piuttosto che alla nostra bravura, e questa situazione è assolutamente da evitare. Pushare in ogni fase di gioco, invece, ci pone di fronte a due rischi, verremo infatti chiamati solo da chi ha una mano migliore della nostra e, se non venissimo chiamati, avremo guadagnato i minimi nel colpo.

Paolo Merenda

Parte: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9

Come arrivare a premio nei tornei IV

Il bluff



Il bluff (dall’inglese to bluff, ingannare) è un’azione molto diffusa nel poker ed è, all’atto pratico, la mossa con la quale simuliamo un punto superiore di quello posseduto dal nostro avversario.

Saper bluffare è una cosa che solo in pochi riescono a fare, o meglio che solo i campioni sanno fare in maniera continuativa.

Mi spiego, è probabile che un giocatore principiante riesca a bluffarvi una mano, ma a lungo termine bluffare gli costerà parecchio.

Quindi il bluff è un’arma a doppio taglio, se da una parte potrà aiutarvi in situazioni sconvenienti, dall’altra potrebbe farvi perdere molti soldi.

Per cominciare a bluffare occorre grossa esperienza. Ricordatevi che quando giocate una mano in realtà state raccontando una storia; ogni vostra azione nella mano in corso: raise, check, call, reraise, partendo dal preflop, fino ad arrivare all’ultima fase della mano, sono elementi di questa storia. Più renderete la vostra storia credibile, più il vostro bluff sarà credibile.

Un consiglio che mi sento di darvi è cercare di memorizzare come giocate quando avete un bel punto in mano e riproporre la stessa giocata quando avete il nulla cosmico.

Tenete bene a mente, quando volete avventurarvi in un bluff, che non dovete condurre per forza il colpo fino all’ultimo. Chi sa bluffare sa anche riconoscere quando l’avversario ha un punto forte e quindi foldare, comprendendo che il suo bluff non ha più margine di successo.

Altra cosa da stampare nella nostra testa è di non bluffare mai contro giocatori inesperti. Questo, come ricordato in un precedente articolo, perché il giocatore alle prime armi ha la tendenza a chiamare sempre le vostre puntate poiché inconsapevole della sua posizione nella mano stessa.

Infine ricordatevi che, se bluffate spesso, non sarete più creduti dai vostri avversari e quindi i vostri bluff non andranno a buon termine. Se vi rendete conto di essere in questa situazione c’è però una soluzione, ossia cambiare di colpo il vostro stile di gioco ed entrare nelle mani solo quando avete un punto forte; i vostri avversari vi crederanno in bluff e chiameranno le vostre puntate seguendo questa convinzione.

Paolo Merenda

Parte: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9

11 marzo 2011

Come arrivare a premio nei tornei III

L'immagine al tavolo da gioco



Una delle prime cose da tenere a mente quando ci si siede a un tavolo da gioco sia esso live che online è quale sia la nostra immagine al suo interno, ossia come gli altri giocatori interpretano il nostro gioco.

Fondamentalmente esistono quatto categorie di giocatori:

  • Loose Aggressive: giocatore che entra spesso e volentieri nelle varie mani con un range di carte molto ampio e che spesso è uso ad aprire il gioco con raise strampalati.
  • Rock: giocatore che entra in gioco solo con mani molto forti, quali le monster hands (AA, KK, QQ, JJ, AK), e quindi giocherà ben poche mani.
  • Weak Tight: giocatore molto attento ma fifone, sul quale è molto facile bluffare.
  • Tight Aggressive: giocano solo determinate mani, ma quando entrano in gioco riescono ad imporsi sull’avversario portando quasi sempre a casa il piatto e nel caso ciò non avvenisse riescono a limitare al massimo le perdite. I più bravi giocatori di poker appartengono a questa categoria.
Una volta individuata la categoria di giocatore nella quale i nostri avversari ci inquadrano, il nostro gioco risulterà più facile.

Se per esempio ci dovessero ritenere Rock, e quindi fino a quel momento avremo giocato pochissime mani, ci potremo lasciar andare a raise (una tantum) con qualsiasi range di carte. Difficilmente verremo chiamati e, nel caso ci fosse un reraise, foldare non stonerà con la nostra immagine al tavolo.

In sintesi, cerchiamo da subito di capire la nostra immagine al tavolo, dopodiché manteniamo sempre vario il nostro gioco e ricordiamo che meno volte arriveremo allo showdown (momento in cui vengono mostrate le carte coperte), meno informazioni i nostri avversari avranno di noi.

Parallelamente all’individuazione della nostra immagine al tavolo, dovremo imparare a capire quali tipologie di giocatori abbiamo davanti.

Per fare ciò l’unica soluzione è prestare attenzione al gioco dei nostri avversari, nelle varie fasi di una mano ed in particolar modo allo showdown.

Tenete conto che lo stile di gioco di ogni giocatore tende a rimanere quasi invariato a lungo termine, per cui studiando il suo comportamento in diverse mani si potrà stilare il suo profilo di gioco.

Una volta elaborato il profilo descrittivo dello stile di gioco di un determinato player è bene tenerlo a mente.

Nel gioco online le poker room ci vengono incontro permettendoci di scrivere delle note per ogni giocatore che incontreremo.

Le note, una volta scritte, rimarranno permanentemente memorizzate e saremo quindi in grado di consultarle ogni volta che reincontreremo quel giocatore al nostro tavolo, dandoci inoltre la possibilità di tenerle aggiornate sempre e comunque.

Ne risulta che le note nel gioco online rappresentano un’insostituibile risorsa e spesso ci aiuteranno a valutare mani complicate e a portare a casa più piatti di quanti ne avremo vinti senza.

Vediamo ora come giocare contro le varie categorie di giocatori sopra elencati.

Il tipo di giocatore contro il quale è sicuramente semplice giocare è il weak tight player, al quale potremo vincere parecchi piatti, giocando in maniera aggressiva.

Contro i rock player è invece sconsigliabile giocare a meno di non avere a propria volta una monster hand. Contro tali giocatori sarà possibile in ogni caso rubare i bui raisando; la maggior parte delle volte folderanno e quando avranno una monster hand state sicuri che vi controrilanceranno. In tal caso potrete uscire serenamente dal gioco, poiché coi bui che gli avete rubato precedentemente siete ancora in attivo.

La strategia di gioco da utilizzare contro i loose aggressive player è quella del raise/reraise cercando di non attirarli mai in “trappole” ma bensì di escluderli dalla mano in corso. Estremizzazione negativa di questa categoria sono i “donk” (asini) ossia i giocatori più inesperti. I donk sono quei giocatori che si uccidono da soli, ossia dei veri e propri “kamikaze” del tavolo verde. Quando avete un punto discreto in mano lasciate il gioco in mano a loro, vedrete che non risparmieranno raise insensati regalandovi un buon numero di chip. Tentare un bluff contro questo tipo di giocatori non è consigliabile in quanto non avrebbe effetto; vi chiamerebbero puntate di qualsivoglia importo pur avendo un punto basso o un progetto assai improbabile da realizzare. Non lamentatevi mai di avere un “donk” al vostro tavolo, poiché a lungo termine sono loro quelli che fanno la fortuna dei bravi giocatori di poker.

La categoria contro la quale è davvero difficile giocare sono i giocatori tight aggressive, poiché possiedono tutte le skill (abilità) che un giocatore deve avere e sanno come bluffare in qualsiasi mano. Scontratevi contro di loro solo se avete ottime carte o se avete un bel punto sul board (dalla doppia coppia in su) , questo fino a quando non avrete acquisito l’esperienza necessaria.

Paolo Merenda

Parte: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9

8 marzo 2011

Come arrivare a premio nei tornei II

Il fattore psicologico



I tornei, come detto nella prima parte di questa serie di articoli, hanno una struttura che implica una variazione dei livelli abbastanza lenta.

Questo impone che la durata media dei tornei online sia di circa 2-6 ore mentre per i tornei live di alcuni giorni.

Ne emerge che il fattore psicologico al tavolo, sia esso virtuale o reale, è di rilevante importanza.

La virtù principale da avere al tavolo da gioco è la Pazienza. Questo comporta che non dovremo adirarci per il fatto di non aver ancora ricevuto delle mani buone forzando il nostro ingresso nel gioco.

Nel precedente articolo ho spiegato anche che nei primi livelli di un torneo, i giocatori che faranno più action sono quelli più inesperti ed il mio consiglio è stato di evitare lo scontro diretto con loro a meno di monster hands, quindi avevamo già anticipato implicitamente l’elemento pazienza.

Qualche volta vi capiterà di perdere un piatto e il vostro avversario vi mostrerà di non avere nulla in mano avendo bluffato un punto superiore a quello che avete voi, o vedrete che lo stesso giocatore vi ruba spesso i bui, o i piatti.

Per mia esperienza personale, posso consigliarvi vivamente di non prendere mai in “antipatia” un giocatore al tavolo che vi ha outplayato (buttato fuori dalla mano in corso), poiché nelle mani successive ricercherete di certo il confronto con lui e la poca lucidità non vi porterà di certo ad esiti positivi.

Perdere la pazienza, in gergo pokeristico “andare in tilt” (non per altro una delle più grandi poker room online si chiama FullTilt), sarà la maggiore causa delle vostre eliminazioni dai tornei.

Altra cosa da evitare in un torneo di poker è la stanchezza. Se vi sentite stanchi, non iscrivetevi proprio ad un torneo e se la stanchezza si fa sentire durante un torneo, prendetevi un buon caffè.

Il poker è un gioco molto cerebrale e richiede per questo massima lucidità. Ogni mano richiede svariati ragionamenti per essere valutata e spesse volte dovremo fare affidamento sulla nostra memoria nel tentativo di confrontare l’attuale mano con una similare che si è giocata in passato.

Inoltre ogni mano va valutata durante tutta la sua intera linea cronologica, partendo dall’azione preflop e valutando tutte le azioni intermedie fino all’ultima svoltasi. Minori saranno le distrazioni esterne, maggiore attenzione avremo avuto sulla mano e, più in generale, sullo stile di gioco dei nostri avversari.

Più saranno le informazioni che avremo raccolto su una determinata mano/giocatore, maggiore sarà la possibilità di assicurarci il piatto o comunque di perdere i minimi, e ricordate che per una volta che avete foldato mentre il vostro avversario era in bluff, la maggior parte delle volte folderete stando sotto.

Ne risulta che alcune volte è meglio foldare una mano in cui non vi sentite sicuri aspettando mani in cui potremo giocare al meglio e riprenderci con gli interessi le chip perse.

Paolo Merenda

Parte: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9

Come arrivare a premio nei tornei I

Questo è il primo di una serie di 9 articoli (piacevolmente ricchi di dettagli tecnici) che offrono un valido aiuto per capire in modo semplice e chiaro come sono strutturati i tornei. Inoltre, fornisce una linea guida molto interessante che aiuta il giocatore alle prime armi a stabilire una strategia di base concreta per giocare un torneo di poker. Mi sono permessa di rielaborare gli articoli per soddisfare alcune necessità personali. Alla fine di ogni post è disponibile il collegamento al sito dell'autore.

Struttura dei tornei

Il torneo è una delle categorie del poker nella quale il fattore fortuna è abbastanza ridotto e quindi alla lunga vengono alla luce le skill (abilità) del giocatore.

La struttura dei tornei prevede un avanzamento dei bui, puntate minime obbligatorie, abbastanza lento.

Di solito si parte da bui 10/20, poi 15/30, 20/40 e via dicendo, con uno stack variabile da 1500 a 2000 chip.

Analizzando la struttura se ne deduce quasi immediatamente che giocare i primi livelli non comporterà una grande variazione del nostro stack, anzi succede spesso che giocando questi livelli si perderà prematuramente.

Perché?

Facciamo un esempio pratico:

Bui 10/20, vi trovate in mano AQ (ipotizziamo che non sia importante la vostra posizione al tavolo). Con questa mano di solito si fa raise, il raise standard prevede di mettere 3 volte il grande buio ossia 3 x 20 = 60 chip. Vi accorgerete che molti vi chiameranno, questo perché l’importo da voi puntato rispetto allo stack avversario è molto basso.

Ricordatevi che più giocatori entrano in una mano, più il vostro punto perde valore, quindi cercate sempre di giocare il board (tavolo) con il minor numero di giocatori possibile.

Minore dunque sarà il numero di giocatori che entrano in una mano e maggiore sarà la vostra possibilità di vincere la mano stessa.

Alcuni giocatori dicono di non giocare proprio i primi livelli di un torneo, il mio consiglio è quello di giocarli con le seguenti mani nel modo che ora vi descriverò:

AA, KK, QQ, JJ, TT, 99, 88, AK, AQ, AJ, AT, A9, KQ –> raise cospicuo preflop, consiglio 5-6 BB (Big Blind), e poi rivalutate sul flop (nel caso di AA, KK, QQ spingete forte anche sul flop)

77,66,55,44,33,22–> limp (call preflop) nella speranza di settare (fare tris sul flop). Si ricordi che le possibilità di set sul flop sono 1/7 ossia del 14%. Se non si setta sconsiglio nel 90% dei casi un’azione forte.

Suited connectors (carte a colore buone anche per progetti di scala, tipo 67, 78, 9T ovviamente dello stesso colore) –> limp preflop e rivalutazione al flop. Consiglio: Nella remota possibilità che al flop abbiate 4/5 di colore e scala bilaterale (scala che si può chiudere sia a monte, sia a valle, es: 7 8 9 T permettono la scala sia con J che con 6) sentitevi liberi di chiamare un all in.

Altro fattore che dovete prendere in considerazione è che nei primi livelli saranno i giocatori scarsi a farsi avanti spesso anche con push (raise all in preflop) no sense, ossia con un range di carte molto ampio che spesso non comprende le mani sopra elencate, sperando di rubare i bui uncontested ossia senza che nessuno chiami il loro raise. Cercate di capire subito chi tra i vostri opponent possa avvicinarsi a questa descrizione e chiamate i suoi all in solo con premium hands (AA, KK, QQ, JJ,AK e, se ve la sentite, con AQ).

La cosa che il giocatore inesperto non sa e che nel lungo termine vi darà una marcia in più (qualche volta vi capiterà che vi scoppino AA con 84 in push preflop ma la maggior parte delle volte vincerete) è che pushare ai primi livelli non ha senso poiché nella maggior parte dei casi prenderà solo il BB (Big Blind) e lo SB (Small Blind), che, nel caso di livello 10/20 ammonta a 10 + 20 = 30 chip, quindi si è messo in una posizione a forte rischio per guadagnare una miseria di 30 chip, cosa che non lo porterà di certo ad un vantaggio in termini di stack rispetto agli avversari.

Notate differenza tra 2000 e 2030 chip? Io no e vi spiego il perché con un esempio pratico:

Nessun giocatore è entrato ancora nella mano, il nostro amico con 2030 chip pusha all in e viene chiamato da un solo avversario con 2000 chip, il quale si aggiudica la mano. Il nostro amico si ritrova con sole 30 chip, quindi, a meno di una serie quasi interminabile di colpi di fortuna, è fuori dal torneo.

La regola generale nei tornei è che il vostro grado di aggressività nel gioco aumenterà proporzionalmente al variare dei bui. Questo comporterà che più alti sono i bui più la nostra mano assume un valore maggiore e pushare per fare blind steal (rubare i bui) sarà una mossa molto utile e maggiore sarà la sua efficacia se saremo in pozione al tavolo, ma questo è un argomento che ho omesso apposta di trattare poiché è molto importante e necessita di un’analisi più approfondita.

Facciamo un esempio:

Bui 300/600, la nostra mano è KT, tralasciando il discorso della posizione facciamo un raise x3 che ammonta a 1800 chip. Ne segue che se lo stack medio dei nostri avversari è di circa 10000, solo chi ha una mano veramente forte entrerà nel gioco, in quanto dovrà investire 1/5 del suo stack solo per vedere il flop e sa che al 90% noi non molleremo il colpo nemmeno sul flop, quindi si pone nell’ordine di idee che chiamando preflop dovrà investire ben più di 1/5 del suo stack.

Stiamo dunque rappresentando una mano forte, ed il nostro avversario non sa quanto forte essa davvero sia, quindi riusciremo a far foldare mani anche più forti della nostra.

Inoltre rilanciando prendiamo un grosso vantaggio, nel senso che la maggior parte delle volte riusciremo a rubare il piatto sia pre che sul flop e nel caso il nostro avversario abbia una mano più forte della nostra farà sicuramente un reraise (contro rilancio) preflop che ci darà informazioni sulla mano da egli posseduta.

Paolo Merenda

Parte: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9

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